Per anni il web ha funzionato sempre allo stesso modo: cerchiamo informazioni, clicchiamo link, confrontiamo risultati e prendiamo decisioni.
L’intelligenza artificiale sta rompendo questo schema.
Con l’arrivo dell’Agentic Web, non siamo più noi a navigare passo dopo passo, ma agenti IA che agiscono online al posto nostro.
Un agente non si limita a rispondere a una domanda. Comprende un obiettivo, esplora il web, valuta opzioni e compie azioni concrete. Prenotare un viaggio, confrontare offerte, compilare moduli o gestire attività digitali diventa un processo delegato, non più manuale. Il web smette di essere solo informativo e diventa operativo.
Questo cambiamento si vede già nel modo in cui cerchiamo informazioni.
Non chiediamo più “quali sono i migliori laptop”, ma “scegli il miglior laptop per il mio lavoro e il mio budget”. L’agente consulta decine di fonti, filtra i dati e restituisce una risposta pronta o un’azione completata. I siti web, di conseguenza, vengono sempre più spesso letti dalle IA prima che dalle persone.
Anche i browser stanno evolvendo. Da semplici strumenti di visualizzazione si stanno trasformando in ambienti intelligenti capaci di riassumere contenuti, spiegare testi complessi e interagire con i servizi online. Il browser diventa una sorta di regista invisibile che coordina attività, invece di limitarsi a mostrare pagine. Per chi progetta siti e contenuti, l’Agentic Web cambia le priorità. L’esperienza non è più pensata solo per l’utente umano, ma anche per l’agente che deve interpretare dati, affidabilità e struttura delle informazioni. La chiarezza, la coerenza e l’autorevolezza diventano più importanti dell’ottimizzazione aggressiva o del semplice traffico.
Lo stesso vale per la SEO.
In un web mediato da agenti, non vince chi grida più forte, ma chi fornisce informazioni solide e utilizzabili. I contenuti superficiali rischiano di essere ignorati, anche se oggi funzionano bene nei motori di ricerca tradizionali.
L’Agentic Web apre grandi opportunità in termini di automazione e semplicità, ma solleva anche nuove domande: chi controlla questi agenti? quali fonti privilegeranno? e quanto spazio resterà ai piccoli produttori di contenuti?
Una cosa però è chiara: stiamo passando dal web dei link al web delle azioni. Chi crea oggi progetti digitali dovrebbe iniziare a chiedersi non solo come appariranno agli utenti, ma come verranno interpretati e usati dalle intelligenze artificiali. È lì che si giocherà la prossima evoluzione del web.
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